Heiwa Motorcycle, Triumph Bonneville N. 002

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di Ernesto Bitonte. 

Non è la prima volta che ci troviamo a scrivere su una motocicletta Heiwa mc.

Probabilmente potreste chiedervi dove andiamo a scovare questi garage sconosciuti e in quel caso la risposta sarà che non sono poi così sconosciuti visto che che Mister Kengo, nel suo piccolo garage vicino Hiroshima, ha prodotto per Bmw Japan una delle customizzazioni per Nine T Scrambler forse più particolari e in assoluto più ricercate dell’intero panorama mondiale.

Questa volta lo stesso Kimura (Kengo ndr) ha voluto lavorare su una moto inglese, che da sempre rappresenta la cultura Cafe Racer nel mondo, portandola sul curioso ’sentiero’ dello stile Bobber che è invece da sempre marchiato da uno stile culturale statunitense. Il progetto è stato chiamato molto semplicemente N. 002, che detto così sembrerebbe talmente minimal da non riuscire quasi a comprenderne il motivo. La verità è che lo stile di Heiwa è nato Low Profile e resterà probabilmente tale visto l’ormai noto tocco ’leggero’ e appena vintage della lavorazione e l’utilizzo di colori semplici, mai troppo accesi, sulle parti verniciate e senza alcuna esagerazione su accessori o fronzoli vari. Su questa Bonneville del 2003 non si direbbe ma c’è stata una profonda modifica delle sospensioni, la moto è stata abbassata all’anteriore sino a 70mm pur non sostituendo le forche che sono rimaste quelle della casa, mentre al posteriore è stato personalizzato un sistema set short shock regolabile che anch’esso ha condizionato molto l’altezza generale della motocicletta tanto da costringere l’apporto di alcune modifiche sul blocco cavalletto laterale, tagliato e modificato per evitare che il Bonnie si potesse rovesciare una volta parcheggiato.

Degna di nota la scelte di ruote e cerchi: all’anteriore un cerchio lucido a raggi da 19″ con un pneumatico Duro Classic. Al posteriore il cerchio è da 18″ mentre il pneumatico con un rapporto proporzionale aumenta di dimensione conferendo un perfetto bilanciamento a livello ciclistico ma anche estetico. Bellissimo il supporto targa, laterale a sinistra, costruito interamente ad hoc da Heiwa, così come i piccoli scarichi dritti che sfilano su entrambi i lati. La scelta del manubrio, privo di blocchetti elettrici, la piccola strumentazione e il solito piccolo logo dipinto a mano sul serbatoio completano l’aspetto ’leggero’ di tutto l’anteriore anche se quest’ultimo risulta forse troppo lontano dal canotto di sterzo e scopre troppo il telaio sotto il manubrio. Il blocchetto accensione è stato inserito nei fianchetti sotto la sella, pregiata, impeccabile in fattura e forma.

Eccellente la verniciatura che emana un’ottima lucentezza nonostante l’insolito colore, con alcuni settori a zone bianche delimitati da un sottile bordo nero e un piccolo tocco di pinstriping proprio sulla coda-parafango che ricorda un po’ le Hot Rod. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere il simpatico e taciturno Kimura Kengo durante il ’101 a settembre, e il suo sorriso da tranquillo ragazzo giapponese non smentisce l’accuratezza e la semplicità di tutto ciò che prima nella sua mente e poi sulle motociclette costruisce con uno stile davvero unico.

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Photos by Hiroshi Kikui

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