Yamaha XSR900 Abarth: poche, preziose moto

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Una cafe racer di categoria con il sigillo filosofico faster sons. Il motore tricilindrico sa essere buono o cattivo in base alle voglie e all’umore del pilota. Ecco Yamaha XSR900 Abarth

YAMAHA XSR900 ABARTH

Prendi i migliori specialisti del design custom motociclistco. Poi prendi un marchio storico e glorioso italiano doc come Abarth, legato principalmente al mondo dell’auto sportiva e racing. Ecco, uniscili, pensali insieme. Cosa ci azzeccano? Niente, sulla carta. Invece l’unione è esplosiva e ha creato una bella figlia: Yamaha XSR900 Abarth.

Una storia che nasce, ennesimo caso, come pura operazione di marketing, ma che in Abarth hanno preso talmente sul serio da andare oltre al solo esperimento di stile.

Limited edition

La base di partenza è un modello già di successo col sigillo dei tre diapason: la XSR900, che a sua volta è una declinazione modern classic della naked sportiva MT-09, tipica moto mazinga alla giapponese, entrata decisa sul mercato nel 2013 con piglio molto aggressivo sui fronti qualità / prezzo / prestazioni. Questo è il risultato, inaspettato, ma non più di tanto, visto lo spessore dei genitori italo giapponesi: Yamaha XSR900 Abarth.

Una special di serie (a edizione limitata e numerata, 695 pezzi) provata in una splendida mattina di inizio primavera, su terra sarda, quando non fa ne caldo ne freddo per guidare una moto. Il meglio della vita, insomma, o quasi. Regna il carbonio, sulla Abarth, lo sprigiona da tutti i pori delle sovrastrutture con un impatto visivo intenso e attraente.

Estetica

La grafica è indiscutibile: la cover del serbatoio è in alluminio in tinta Nimbus Grey con motivi Speedblock Yamaha rossi. Sulle linee, come ovvio, c’è la soggettività del gusto; a mio parere va premiata in originalità e vari tratti attraenti. Una cafe racer di categoria con il sigillo filosofico Faster Sons, quello che originale Yamaha più stilose del listino.

Il motore d’origine, compatto tricilindrico crossplane CP3 in linea 850 cc, sa essere buono o cattivo in base alle voglie e l’umore del pilota (tre mappe a disposizione. Sportivo di indole, ma stradale, non estremo, sulla Abarth viene valorizzato dallo scarico Akrapovic (completo, non solo il terminale), che regala suono e look racing entusiasmanti. Il design miscela sapientemente tratti del passato ad altri hi-tech senza nascondere la tecnologia di Iwata ultima generazione.

Dettagli

Elementi caratterizzanti sono i fari tondi incastonati in un cupolino e un codino molto ricercati; la loro magia sta nel riuscire a rendere moderno il classico. Altra caratterizzazione, ma in questo caso non solo estetica, è la particolare conformazione del manubrio, cosiddetto a clip (swallow), che di primo acchito sembra uno da fuoristrada montato al contrario, ma di fatto è appositamente disegnato per una postura di guida davvero sportiva.

Sportività è sacrificio e fatica, si sa, più che altro per polsi e mani. E per chi non è giovanissimo pure per la schiena. Che poi questo è anche parte del suo fascino: ma lamentarsi non ha senso, sarebbe come accusare di scomodità e poco comfort una spider: e grazie, bella scoperta.

L’impiego di questa leggera bellezza lo consiglio perciò per tratti da 80/100 chilometri massimo. Oltre vi piangeranno le braccia.

Una goduria, prezzo a parte

Per il resto è una goduria totale: assetto giusto per la strada, non troppo nervoso ma stabile sul veloce; accucciandosi dietro il vetro si assume buona postura aerodinamica. Sui tornanti stretti e su strade un po’ dissestate si rimpiange il manubrio della XSR ma ci sta. In compenso frena forte e bene. Il tre cilindri da 115 cavalli a 10.000 giri, che sembrano molti di più (coppia massima 87,5 Nm a 8.500 giri) c’è sempre e sembra non finire mai.

Bellissimo il portatarga in alluminio una delle poche moto in vendita a non far venir voglia di cambiarlo. La sella è elegantemente scamosciata, mentre lo spirito pure sport della moto fa sì che si debba rinunciare a riportare a casa in moto la conquista della serata, in quanto è una monoposto secca.

La tecnologia elettronica è quasi da Superbike: controllo di trazione TCS su tre livelli (disinseribile) e frizione antisaltellamento A&S di derivazione racing. Tutto sommato belli e funzionali gli specchi, cosa non frequente su queste moto tutto design.

Prezzo? Una discreta botta, ma neppure più di tanto considerando che abbiamo a che fare con una moto da collezione: 12.490 euro.

Alberto Cecotti

 

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