Harley-Davidson Pan America 1250: nuovi orizzonti

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Gambe lunghe, serbatoio grosso, quel non so che di crossover in un design “new american graffiti” e una montagna di elettronica. La Pan America è realtà: sarà che il tempo è galantuomo, ma da EICMA 19 sembra anche più bella

Di Alfredo Verdicchio

Un occhio al passato e l’altro inesorabilmente puntato verso l’orizzonte, lì, dove cielo e terra si uniscono e l’ignoto diventa l’unica certezza plausibile. Che per Harley-Davidson sia difficile uscire dagli schemi è cosa assai nota: nessuno è conformista e legato alle tradizioni quanto il motociclista. Se poi è americano, ciao: in terra loro la moto deve essere grossa, pesante, con due poltrone al posto delle selle, tanti accessori quanto una cucina Masterchef e un motore Big Block, perché quelli piccoli sono per le “femminucce” (leggasi Sportster, che da noi, invece, facevano il 50% del mercato H-D).

FRONTALE, PURO STILE HARLEY – Spendiamo due parole sul design. Bella o brutta decidetelo voi, perché sinceramente a noi, rivedendola, non dispiace così tanto. La Pan America è un giusto mix tra quello che il mercato offre di già e lo stile Harley-Davidson, che si ritrova nel serbatoio (da 21 lt) e nel frontale full led. Qui non c’è nessun becco (finalmente), né fari sdoppiati e sgraziati, ma una “ottica” rettangolare che fa tanto auto americana e che ricorda gli scudi delle touring Glide. Basta guardarla di profilo per vedere come il “naso” è ispirato a quello della Road Glide, lo “squalo”. In più, qui il parabrezza non è finto, anzi: a occhio è largo e alto a sufficienza per proteggere busto e casco di chi sta nei 180 cm d’altezza. In più, è regolabile manualmente su 4 posizioni, come su ogni tourer che si rispetti.

Motore V2 raffreddato a liquido, assetto rialzato e piglio da endurona: è davvero prodotta a Milwaukee

MOTORE ED ELETTRONICA – Dietro di questo, lo schermo touch TFT da 6.8 pollici, un piccolo tablet da cui tenere tutto sotto controllo, dal motore all’elettronica (cruise control, l’attivazione del freno in pendenza, e cinque riding mode che gestiscono il controllo di trazione e ABS cornering, il freno motore, il controllo della derapata, l’erogazione della potenza e il setting delle sospensioni semiattive della versione Special) fino allo smartphone tramite l’app H-D. Sulla carta il motore (che ha un nome fichissimo, Revolution Max) non è male: visti i “cannoni” della concorrenza marchiata Ducati e KTM, 152 cavalli a 8500 giri e 128 Nm a 6750 giri non impressionano particolarmente, ma non certo sono bruscolini. E poi, perché c’è sempre un poi, Harley ha fatto tutto quello che c’era da fare per competere ad armi pari: c’è la cilindrata maxi (1.252 cc), il raffreddamento a liquido (non ridete, non è scontato), la fasatura variabile, i materiali “nobili” come alluminio e magnesio, l’accensione a doppia candela, la frizione assistita e anti-saltellamento. La V dei cilindri, infine, è di 60° invece che 45, e non manca il contralbero di equilibratura.

STANDARD O SPECIAL – Due le versioni, la Pan America 1250 “liscia” e la Special, più alta da terra (210 mm vs 175), meno pesante (245 kg vs 258 kg in ordine di marcia) e, di serie, con l’ammortizzatore di sterzo, le luci adattive che illuminano l’interno curva in piega e le sospensioni semiattive a gestione elettronica. Tra gli optional sono da segnalare le ruote a raggi tubeless, le varie protezioni al motore, la valigeria e le manopole riscaldate e altro ancora, ma soprattutto il sistema ARH (Adaptive Ride Height) che abbassa il retrotreno della moto quando ci si ferma, per permettere di toccare meglio, per poi rialzarsi una volta ripartiti.

Una Harley-Davidson votata all’avventura su tutti i terreni: ci avreste mai creduto, solamente qualche anno fa?

DA SCOPRIRE – Un aggeggio niente male, visto che la sella resta altina anche se regolabile manualmente senza attrezzi su due posizioni: 850 mm e 875 mm, non proprio per tutti, del resto come le concorrenti dirette. Se invece prendiamo in considerazione le quote ciclistiche, è qui che si celano le vere differenze dinamiche con le varie BMW, Ducati e KTM. Insomma, una moto tutta da scoprire e pronta a battagliare ad armi pari, anche nei prezzi, per una volta comparabili con la concorrenza: 16.300 euro per la Pan America 1250; 18.700 euro per la Pan America 1250 Special. Arriva nei concessionari in giugno: non siete almeno un po’ curiosi?

 

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