Jean Ragnotti, l’uomo che sussurrava alle Clio

  1. Home
  2. News
  3. Jean Ragnotti, l’uomo che sussurrava alle Clio

È l’uomo Renault per definizione. Ha inquadrato ogni curva dalla prospettiva del finestrino laterale, di traverso, perché le traiettorie pulite non sono così divertenti 

Articolo di Riccardo Casarini
Foto: autoevolution.com, fr.Motor1.com, web

I grandi patrocinatori del motorsport, negli anni Novanta, erano i marchi delle sigarette, le compagnie telefoniche, le imprese tecnologiche. Si sponsorizzavano nicotina, sms e tubi catodici. Roba così, da uomo qualunque, da gente normale. La storia è un po’ cambiata con l’arrivo delle bevande energetiche e le loro politiche di sponsorship, sempre in cerca di personaggi giusti ai quali legarsi per esaltare un’idea di straordinarietà che oggi si vuol trasmettere. Non per forza i vincenti, ma semplicemente i più estremi. Potessimo sposare ora quegli anni Novanta con un marchio qualsiasi di bevande maleodoranti dovremmo dire a Ken Block di tornare a fare i freni a mano nei parcheggi dei discount per far strada a un vero psicopatico del volante: Jeannot. Per i familiari, Jean Ragnotti. A rivederlo, si direbbe non conoscesse differenze tra trazione anteriore, posteriore o integrale, perché il succo era lo stesso: sempre di traverso. 

Tra stunt e turbine

La sua carriera? Tre vittorie mondiali, campionati manco a parlarne, uno stile di guida unico che ha provocato orgasmi mentali a ogni appassionato di rally. Un pilota longevo Jeannot, che ha iniziato la sua avventura con Renault, da privato, nel lontano 1967. All’epoca era un autista di camion ventenne che, messa mano al portafogli, comprò una R 8 Gordini per partecipare a qualche gara. Provò quindi l’Istres Rally 67 aggiudicandosi la vittoria di categoria, mentre l’anno successivo già dominava la Gordini Cup. Uno sbracciarsi a suon di piazzamenti e traiettorie losche per farsi notare. Lo notarono? Qualcuno sì, in effetti. Il coordinatore stunt di alcune produzioni cinematografiche lo volle a tutti i costi come controfigura alla guida, per Alain Delon e Jean Paul Belmondo, mica Paperino. Fortuna nostra che il richiamo delle corse fu più forte: finalmente Renault gli diede una chance e nel 1973 Jeannot divenne pilota ufficiale. Come portabandiera della Casa francese partecipò a gare di rallycross, endurance e rally per un decennio intero, finché Renault non s’inventò la Renault 5 Turbo per correre nel Mondiale gruppo B, praticamente l’Excalibur di Jeannot, l’arma perfetta. Trazione posteriore e una valanga di cavalli dispensati con un insensato turbo-lag. Non certo la ricetta per vincere facile, ma certamente quella giusta per far divertire e lasciare il segno. Portò a casa quattro campionati nazionali e tre primi posti assoluti in diverse gare iridate, prima che la categoria B venisse soppressa proprio a causa della sua pericolosità.

Vincere non basta a guadagnarsi gli applausi

Resta il fatto che, a nostro avviso, il periodo più brillante della sua guida fu quello successivo alla golden age del rallysmo. Negli anni Novanta è proprio lui a portare al debutto la Renault Clio 1.8 16V, seguendone lo sviluppo che porterà poi alle versioni 2.0 Williams e Maxi. In un certo senso un ritorno alle origini per Jeannot, che mette il suo sensibile fondoschiena su una vettura a trazione anteriore e dal peso contenuto. Questi due dati si leggono come una garanzia di velocità nel percorrere le curve. E come le percorre lui, Jeannot? Staccata secca, retrotreno che sbandiera, anticipo traiettoria con angolo di sterzo estremo e via… a spazzolare l’asfalto. È l’unico a farlo, così, in quella maniera tanto sfacciata e apparentemente semplice (non provateci se non avete intenzione di coricare l’auto su un fianco e uscire dalla portiera in stile U-Boat). Vederlo diventa questione di puro spettacolo, di godimento fine a sé stesso del tipo chissenefrega della classifica, qualcosa che oggi forse nessuna casa automobilistica concederebbe. Per quello ci hanno pensato i geni del marketing delle bevande alla taurina. Peccato solo che Jean abbia appeso il casco al chiodo giusto pochi mesi fa, con 74 primavere controsterzanti. 

Questione di stile, di guida
Indigo Racing Club, la capsule biker-style di GAS Jeans

Potrebbe interessarti…

Menu