Senza preavviso, la Casa americana torna a far parlare di sé: ha annunciato il ritorno e il lancio di dieci nuovi modelli. Ma il fondatore non è coinvolto

Di Alfredo Verdicchio

Toh, chi si rivede: la Buell. Chi vi scrive ha sempre avuto un rapporto di amore e odio con le figlie del vulcanico Erik Buell, così particolari esteticamente, audaci tecnicamente (mi era piaciuta un sacco l’idea di sfruttare le travi del telaio come serbatoio carburante e del forcellone per contenere l’olio motore), velocissime nello scendere in piega (a volte fin troppo) e allo stesso tempo così poco affidabili nella resa delle varie componenti, ciclistica in primis.

BUELL, NEL BENE E NEL MALE – Di Buell, nel corso degli anni ne ho guidate parecchie, scendendo e salendo da più esemplari dello stesso modello senza però che questi risultassero uguali tra loro, dalle sospensioni al feeling con il gas, dalla risposta del motore a quella dei freni. Nemmeno le vibrazioni erano uguali da una moto all’altra. Qualcosa che può essere concepibile per delle special, non per moto di serie. Roba che i progettisti Honda farebbero harakiri. Ma qui siamo di fronte ad americane DOC, e, si sa, i difetti fanno parte del pacchetto, diventano elementi caratteristici, espressione di personalità. Ma basta rivangare il passato: qui c’è da festeggiare. Perché ogni ritorno è un dono. Per chi ne ha sentito la mancanza delle Buell, per chi avrebbe voluto cavalcarne una almeno una volta e per chi semplicemente crede che più siamo e meglio è.

Nella seconda metà degli anni Duemila le Buell abbandonarono il motore Harley per un bicilindrico Rotax. Ma non ebbero troppa fortuna

BUELL PER TUTTI – Allora veniamo al punto, cioè da quello che la EBR Motorcycles (azienda proprietaria del marchio Buell, anch’essa fondata da Erik Buell), ha dichiarato con un comunicato di questi giorni. Entro il 2025 saranno lanciate dieci nuove moto. Dieci modelli che dovrebbero spaziare dal mondo naked a quello delle tourer, dallo sportivo all’adventouring, dal dirt al cruiser. E sembra pure che nel pacchetto ci saranno non solo maxi (spinte dal bicilindrico a liquido da 1190 cc e 185 cavalli dell’ultima sportiva 1190 RX), ma anche moto di media cilindrata e persino a un’elettrica ad alte prestazioni, grazie anche a delle proficue collaborazioni con altre aziende motociclistiche.

VERA BUELL, SENZA ERIK? – Così, a spanne, direi di andarci piano, nel senso che – dopo tutti i precedenti, falliti tentativi di riesumare il marchio – il condizionale è d’obbligo. Le uniche certezze granitiche sono due: la prima è che Erik Buell in tutto questo non c’entra nulla (come lui stesso ha dichiarato in un post sui social, precisando di non essere coinvolto in nessun modo e di essere al lavoro su una moto elettrica, la Fuell Fllow, una naked “no benza” dalla coppia esuberante e 180 chili di peso; la seconda certezza è che la EBR ha usato toni decisi, insomma nessuno spazio per “forse”, “vedremo” e tentennamenti vari. Il che lascia ben sperare. Quindi, ricapitoliamo: se tutto va bene, il nuovo corso di Buell dovrebbe prendere forma alla Daytona Bike Week 2021. E chissà, Covid permettendo, oltre che vedere la nuova creatura attraverso un monitor, magari potremmo anche toccarla con mano. La domanda è una: senza Erik, sarà vera Buell? Difficile rispondere ora. Ma anche, parliamoci chiaro, impossibile non nutrire qualche dubbio a riguardo.

Il comunicato ufficiale parla di dieci modelli entro il 2025. Ma è più che lecito nutrire qualche dubbio.

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