Ai piloti si perdona tutto, ma per gli integralisti duri e puri la scusa non è ammessa. Da Lamentino al rude australiano, ecco come parlano i piloti

Articolo Di Marco Masetti
Foto di Mirco Lazzari

Una delle più gravi accuse rivolte ai piloti è quella di cercare scuse. Un peccato mortale per molti e spesso beceri appassionati che merita un minimo di spiegazione. Avete presente quei gruppi sui social, garbati e densi di fair play, che hanno nomi tipo Odio Valentino Rossi? Be’, anche se non li conoscete e seguite non vi siete persi niente, però da questo angolo di web proviene il soprannome Lamentino affibbiato a Rossi. Che può essere simpatico o meno, ma un pregio, oltre a nove titoli mondiali, ce l’ha: ha sempre spiegato bene vittorie e sconfitte. E, cosa decisamente apprezzabile, non ha mai spalato letame equino o bovino sulla propria squadra o sulla moto. Direte: cambia capotecnico e meccanici. Be’, in tanti anni di Mondiale in top class, fate i conti, ne ha cambiati tre. E si sa, nelle corse e nel lavoro privato nessuno ha il posto fisso e si cambia spesso. Altrimenti parleremo ancora di MV, Norton e AJS.

Anche Biaggi veniva criticato ferocemente quando parlava del chattering. Lo pigliavano proprio per i fondelli, eppure diceva una cosa santa e giusta, soprattutto condivisa da tutti i suoi colleghi. E poi c’è Andrea Dovizioso che non ha mai accampato scuse, anche se qualcuno lo ha ribattezzato Lamentoso. Il Dovi non cerca appigli: ti spiega il weekend di gara fin dal suo arrivo in aeroporto. È un’enciclopedia tecnica, un analista micrometrico di sensazione e interazione tra lui e la moto. Non si lamenta, ti spiega tutto. Se non capisci è perché sei uno zuccone. Io e altri cosiddetti addetti ai lavori abbiamo imparato tantissimo da lui. Ascoltatelo bene, vi farà crescere!

A questo punto vi faccio la prima clamorosa rivelazione: le scuse, come le chiamano gli integralisti, le tirano in ballo tutti. Persino i piloti duri e puri del passato e i rider di tutto il mondo. Certo, bisogna leggere o ascoltare i loro commenti in lingua originale. Non bisogna essere laureati in letteratura inglese o spagnola e conoscere a menadito le opere di Shakespeare e di Cervantes per capire il senso di frasi pronunciate da piloti iberici o britannici. Basta un basic english o uno spagnolo che si elevi al di sopra del classico parola italiana più esse per capirlo.

Spiegare qualcosa non è accampare scuse, si tratta semplicemente di un processo che si chiama informazione. Poi, è chiaro, bisogna capire, discernere, scartare, parametrare. Altrimenti si torna ai riti tribali e all’odio unidirezionale. Comunque una chicca ve la regalo volentieri: anche rudi piloti australiani, poeti della guida senza elettronica (come piace agli integralisti) avevano il modo di sciorinare le scuse dopo una gara persa: Sbang! (rumore di casco tirato contro le pareti del box) «This bike is shit!».

Il tempo di inviare questo contromano ed ecco la notizia. Rossi positivo al coronavirus. Mi spiace per Vale, spero solo che qualche becero non colga l’occasione per dire che anche questa è una scusa. Pensare male è, purtroppo, sport diffuso…

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