Grace Slick e il vestito di seta più bello che la musica potesse indossare

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Si dice che a San Francisco, quando c’è la nebbia, Dio non possa vedere quello che stai facendo. Vi posso assicurare che è tutto vero e negli anni Sessanta ce n’era tanta e appariva spesso ma, nella città dove è stato inventato il Martini, il pensiero libero dei giovani e non solo ha creato gli ideali per una rivoluzione culturale

Articolo di Stefano Nappa

Sono davanti al The Fillmore, che gli abitanti del posto chiamano: The Heart and Soul of the city. Il cuore e l’anima della città che ha segnato un’epoca precisa nella musica che viviamo ancora oggi. Le sue pareti esterne e il suo interno sono incise da cinque illustratori con un talento che non comparirà mai più nella storia dell’umanità. Questi cinque di San Fran sono Victor Moscoso, Wes Wilson, Rick Griffin, Alton Kelley e Stanley Mouse. Tutte le locandine di ogni concerto, tutti biglietti d’ingresso sono griffati con le loro linee, e i concetti e le immagini rispecchiano la realtà del momento. 

Nell’estate del 1967 parliamo di un realismo fatto di droga e guerra, poesia e slogan, arte e musica strabiliante con cui nutrire la propria mente. I colori psichedelici scaldavano, incendiavano e mettevano in risalto ogni artista che Bill Graham riusciva a portare all’interno di quest’ex deposito trasformato in auditorium, ma la vita del Fillmore è un’altra storia; comunque su quel palco si sono esibiti da Jimi Hendrix ai Grateful Dead, da Janis Joplin ai The Fugs, fino a Miles Davis. Alcune band però cominciarono proprio qui la loro bellissima carriera, come i Jefferson Airplane che avevano come voce principale la bellissima Grace Slick, una delle donne che hanno completamente riscritto il ruolo femminile nella musica. Ovviamente il talento che aveva era proporzionale alla sua meravigliosa personalità. Giusto per farvi un esempio, durante il suo primo concerto, quello di presentazione con la band che aveva scelto lei in sostituzione della Signe Anderson, all’urlo: «Hey! Togliti la cintura di castità!» di uno spettatore… lei rispose con un: «Ehi, non indosso nemmeno le mutande!». Fin qui tutto bene, vi verrebbe da dire semplicemente: be’, che donna c****ta. Peccato, però, che nel mentre la gonna del suo vestito di seta, Grace, la portò in alto e mostrò la verità della sua frase facendo impazzire il pubblico dopo due-tre secondi di congelamento. Una volta si è presentata alla Casa Bianca per una festa informale ospitata da Tricia Nixon, figlia di Richard Nixon, con una scorta di LSD in polvere da versare nel Martini del presidente. Per fortuna non tutte le ciambelle escono col buco, perché fu fermata all’ingresso dalla sicurezza accompagnata, tra l’altro, da Abbie Hoffman, co-fondatore dell’anarchico gruppo Yippies, ed era anche in cima alla lista most wanted della CIA. In quel momento lei era la bohémien che ha definito una generazione intera degli Stati Uniti. La sua carriera, prima di entrare a far parte dei Jefferson Airplane, esisteva già, e lei era la sposa di Jerry Slick con cui aveva formato il fantastico gruppo The Great Society. La sua voce risuonava come un uragano che scorre ad alta velocità attraverso un tunnel, dentro di lei c’era una furia unica nel suo genere, irripetibile, anche se amava tutti incondizionatamente e, non a caso, Somebody to love poteva esser cantato solo da lei. Il brano è il frutto creativo del cognato di Grace, membro del suo primo gruppo che compose un arrangiamento semplice con la chitarra mentre i Jefferson Airplane, prima della pubblicazione, passarono sullo stesso spartito una verniciata in oro a 24 carati. Furono più di cinquanta le riprese d’incisione su nastro per ottenere quella che oggi noi conosciamo come una delle canzoni più belle degli anni Sessanta. Il disco che ospita questo capolavoro si chiama Surrealistic pillow, fu registrato nella Città degli angeli e vendette nelle prime settimane oltre un milione di copie, diventando immediatamente disco d’oro. Pochi sanno, però, che dietro a questo nome e sopratutto in alcuni arrangiamenti c’è un ghost producer, tale Jerry Garcia, chitarrista e cantante dei Grateful Dead. 

Lo sfondo che dava vita a questo paesaggio sonoro meraviglioso si chiama Haight-Ashabury, il quartiere che guidò la rivoluzione colturale. La prima boutique di abbigliamento hippie nacque proprio qui e fu gestita da Peggy Caserta, amica e anche amante di Janis Joplin. Tra l’altro, tra quelle quattro mura, Jimi Hendrix prese il suo primo paio di pantaloni a campana e Peggy riuscì anche a convincere Levi’s a produrli su larga scala. Ovviamente da lì in poi la storia lì battezzo come pantaloni a zampa di elefante e diventarono uno dei principali segni distintivi della cultura hippie. In questo esordio con i Jefferson Airplane, Grace portò con sé anche un’altra canzone dal titolo White rabbit. L’ispirazione è arrivata dal suo libro preferito credendo che i personaggi di Lewis Carroll non fossero altro che le diverse caratteristiche di Alice stessa e che il Bianconiglio rappresentasse la sua curiosità indomabile. Sotto gli effetti dell’LSD, tra marijuana e del vino, ascoltò Sketches of Spain di Miles Davis, lo sovrappose ad alcuni tratti delle avventure di Alice nel paese delle meraviglie e mescolò il tutto con il Boléro di Ravel. Il brano è un successo mondiale, il suo crescendo nella composizione è irresistibile e si interrompe in un modo intenso e sorprendente: fu il primo brano esplicito con riferimenti alla droga a passare in radio senza essere censurato. Tra concerti e tournée mega fighe, Grace ne combina di cotte e crude; a volte l’alcol ha un modo veramente unico per mettere le persone nei guai. Ha collezionato più di quattro arresti, come quella volta che venne trovata ubriaca nei boschi della contea di Marin, a nord del Golden Gate Bridge, e arrestata per aver risposto in maniera poco garbata. Un’altra volta puntò invece un fucile contro degli agenti fermi sul pianerottolo di casa perché beccata a sparare al cielo a caso urlando «Uccidimi, uccidimi ora». Nell’estate dell’amore tutto era possibile e i Jefferson Airplane fecero parte di eventi impossibili e irripetibili come i tre giorni di amore, pace e musica a Bethel nello stato di New York, il festival di Woodstock, che aveva riunito 400mila spettatori. Grace fu anche l’amante di Jim Morrison, almeno per una notte, durante il suo tour del 1968 insieme ai The Doors, ed era la migliore amica di Janis Joplin. Qualche segno della loro amicizia la trovate ancora nel palazzo di 17 camere all’angolo tra la Willard North e Fulton, sempre a San Francisco. Un tempo era dipinto tutto di nero e le feste erano leggendarie, si narra che in quelle poche mura si sia consumando il maggior numero di LSD della storia della musica. Per fortuna l’eroina non è stata mai la benvenuta in casa, anche se i più grandi in quel periodo e in quel quartiere li ha portati via con sé con una sola dose: Jimi, Jim e Janis. La mancanza di autocontrollo, comunque, ha sempre fatto parte del fascino di Grace Slick, come l’alcol, che ha portato piano piano alla rottura della band. L’episodio che chiuse baracca e burattini avvenne ad Amburgo, dove lei si vestì da nazista e fece il suo ingresso sul palco con la marcia e il saluto di Heil Hitler mentre chiedeva: «Chi ha vinto la f*tt**a guerra? Chi?». Ecco… in California forse l’avrebbero presa sul ridere, ma in Germania il pubblico ha raso al suolo il palco e dato fuoco agli strumenti della band per poi buttarli nel fiume, eliminando la possibilità di altre date per la band durante il tour del 1978. 

Nessuna è mai stata come lei, nessuna sarà come lei, non esisterà mai un altra regina dell’acid-rock. Nessuna vestirà mai il vestito più bello che Grace potesse donare alla musica. C’è un’ultima cosa però che non vi ho ancora detto… se state andando a San Francisco per essere i benvenuti, ricordatevi di avere almeno un fiore tra i capelli. 

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