GRAN PREMIO DEL TACCHINO: QUANDO IL CALVINISMO INCONTRA IL RAPPORTO PESO/POTENZA

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La Turkey Night Grand Prix è una delle gare più antiche (e pazze) d’America. Si svolge in occasione del Ringraziamento, ma l’edizione 2020 ci ha lasciato le penne 

Articolo di Riccardo Casarini

Ora di pranzo. Lo zio Bill è alla sedicesima Budweiser, sta tornando dal bagno e s’è scordato la cerniera dei jeans abbassata. Siede al tavolo. Intanto la piccola Emily, in piedi sulla sedia, scalpita per recitare la (solita) filastrocca che dal 1972 insegnano agli studenti della Karver Elementary School. Mamma Steffy la invita alla calma sventolando un guanto da forno, poi fa spazio in centro tavola. Cuginetto Ted e zia Lillian applaudono impazienti. È il giorno del Ringraziamento. Oh sì, prima il tacchino farcito. Sbuca papà Kyle dalla cucina, con le maniche della camicia arrotolate e il vassoio tra le mani, il gallinaceo entra in scena. Ma il vecchio Bill grugnisce qualcosa e sputacchiando fa: “Hey, hanno sospeso il Turkey Night Grand Prix, avete sentito?”. Sbammm. Cocci di vassoio ovunque, tacchino che rotola in sala, ripieno che schizza sulle tende. Ecco, probabilmente il giorno del Ringraziamento sulla West Coast andrà così in molti casi, con la delusione di non poter assistere alla corsa più divertente dell’anno e un ripieno di tacchino decisamente troppo liquido. Niente gita al circuito ovale, niente sbronza sugli spalti, niente sportellate, niente traversi, niente di niente. Se non sapete cos’è il TNGP, per noi “mangiaspaghetti” altresì detta “Gran Premio della Notte del Tacchino”, è ora di metterci subito una pezza.

TNGP tra goliardia e tradizione protestante

Gli statunitensi, come sappiamo, non si curano delle sciccherie motoristiche e qualunque formula risulti divertente la fanno propria. Cavalleria a pacchi e divertimento grasso è il binomio ricercato. In quest’ottica è nata anche la Turkey Night Grand Prix nel lontano 1934; una competizione californiana che sancisce la chiusura dell’anno sportivo e deriva il suo nome dal fatto che si svolge sempre a ridosso del giorno del Ringraziamento. È per anzianità la seconda corsa su ovale degli Stati Uniti (dopo la Indianapolis 500) e per la sua particolarità vi prendono spesso parte anche campioni locali di altre specialità motoristiche, il che rende il tutto ancora più affascinante. La formula è semplice, manco a dirlo: si corre con le cosiddette Midget Cars girando su un ovale sterrato, secondo le tipiche fasi di gara che prevedono prove, qualifiche e corsa. In palio poche migliaia di dollari e una pioggia di euforia dispensata dal pubblico più esaltato di sempre. 98 giri da affrontare in controsterzo, con una trazione mostruosa, dentro a scatolette di alluminio numerate. Tutto iniziò al Gillmore Stadium, dove si tennero le prime edizioni, finché la chiusura dell’impianto (1950) non spinse J.C. Agajanian, promotore dell’evento, a siglare nuovi accordi con altre strutture; cosa che rese l’evento in un certo senso itinerante. Seguirono infatti il Gardena Stadium, l’Ascot Park, il Bakersfield Speedway e più di recente il Ventura Speedway dove, non ci fosse stato qualche “piccolo intoppo” dovuto a una pandemia su scala globale, anche nel 2020 si sarebbe dovuto correre. Ciò che rende un po’ folle la TNGP sono però queste Midget Car, vediamo quindi di che si tratta.

Un “traversone” in chiave moderna di Kyle Larson, star della NASCAR. Notare l’angolo di sterzo…

 

Nonsense car is a wonderful car

Le Midget Car nascono attorno agli anni Trenta del secolo scorso, praticamente senza alcun senso, com’è per le migliori cose! Alcuni smanettoni iniziarono col costruire telai tubolari super compatti, arraffando qualunque tipo di propulsore disponibile a basso costo, capace di sviluppare una buona cavalleria: motori per moto, fuoribordo o provenienti da auto sportive incidentate. Delle specie di Frankenstein di cui, se volete farvi un’idea di come la vedevano all’epoca, consigliamo di cercarvi l’articolo pubblicato a riguardo su Popular Science (1934). Per farla breve, la cosa è risultata così immediata e alla portata di (più o meno) chiunque da diventare una mania diffusa in tutti i paesi anglosassoni e oggi, con le dovute evoluzioni, dire Midget Car equivale a pronunciare questa moltiplicazione magica che a scuola (mannaggia-al-prof!) non ci hanno mai insegnato: 400cv X 400kg. Risultato unico possibile: divertimento da farsi venir la bava alla bocca. Alla faccia del tacchino, che non è neppure sto granché… 

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