Suede: un materiale antico che fa moda

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Il suede è un derivato del cuoio, ma più vellutato  e versatile. Usato dagli indiani d’America,  lo scamosciato è simbolo della cultura western, ma non solo. Mr. Clarks, per  esempio, ha trovato ispirazione in Egitto

di Manuel Costa

clarks in suede

CLARKS ORIGINALS. Desert Boot Evergreen, stringato verde brillante in pregiato camoscio della conceria inglese Charles F. Stead,  con suola in para naturale. Prezzo 140 euro

Il rapporto fra l’uomo e l’indumento di origine animale, cuoio o pelliccia che sia, è ancestrale, radicato nel profondo; le sue origini affondano nella memoria primitiva, quando gli uomini usavano pelli e pellicce per proteggersi dal freddo. La pelliccia, come capo maschile, è caduta in disuso nella società moderna, relegata a decorazioni minime come colli o polsi. Le ultime avvisaglie si sono viste nell’era pre-Western nel Nord America, tempo dei primi trapper  e cacciatori di pellicce che si avventuravano in territori  ancora inesplorati e basavano  la loro sopravvivenza sulla caccia  e il commercio di pelli di castoro, volpi e orsi.

Un mondo raccontato nel fumetto bonelliano Zagor, lo spirito con la scure, edito da più di mezzo secolo. O in film come Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, con Robert Redford, e il più recente The Revenant, che è valso l’Oscar al protagonista, Leonardo di Caprio,  il quale ha dovuto recitare buona parte del film con addosso una pelliccia d’orso di oltre 40 chili.

Ma lasciamo nell’armadio l’ormai obsoleta pelliccia. Ben più fortuna ha avuto il derivato di una lavorazione particolare del cuoio: lo scamosciato, chiamato anche crosta o suede in inglese (nome che prenderà anche una band di alternative rock nata a Londra nel 1989).

Alle origini dello suede

L’effetto ottenuto è una pelle morbidissima, con un tocco molto simile a quello del velluto ottenuto togliendo il primo strato del cuoio, chiamato fiore. Fra i primi a effettuare questa lavorazione ci furono gli indiani nativi americani, che la utilizzavano per i loro indumenti come mocassini, pantaloni o casacche con le frange. Lo stile indiano è permeato per osmosi nella cultura Western, ed è così che ritroviamo giacche con le frange e indumenti scamosciati destinati ai cowboy.

Per molti anni questo tipo di pelle rimarrà tipica di uno stile propriamente americano; molti sono i marchi storici che  ne hanno sfruttato il potenziale.  Levi’s lanciò un giubbotto fatto sul modello in denim trucker, ovvero corto, molto slim e con due tasche in alto, in pelle scamosciata. Anche Schott Bros, famosa da sempre per i suoi giubbotti di pelle, lanciò la linea Schott Rancher.

Dagli hippie a Yves Saint Laurent

I grandi allevamenti di bestiame americani hanno sempre permesso il reperimento di una grande quantità di pellame  e, quindi, anche di una grande produzione. Indumenti che poi spesso finivano nei surplus  di abbigliamento usato, dove attingevano molti giovani della cultura hippie. Sono loro, infatti, negli anni Settanta a rilanciare  la moda di questo tipo di pellame  in una nuova versione che oggi definiremmo etno-chic.

Negli stessi anni, un certo Yves Saint Laurent creava una sahariana femminile chiusa con lacci interamente in suede; dava così il via all’introduzione della crosta anche nell’alta moda.

Calzature

Ma non solo abiti e giubbotti. Lo scamosciato ha reso celebri le Clarks, fra le scarpe più versatili della seconda metà del Ventesimo secolo. L’origine della calzatura è militare, perché facevano parte della divisa non ufficiale dell’esercito britannico in Nord Africa. Fu infatti al Cairo che il giovane Nathan Clarks le vide per la prima volta; poi la sottocultura Mods negli anni Sessanta a lanciarle nel Gotha dei must have.

Altre celebri scarpe in suede sono le Brothel Creeper, iconiche della cultura rockabilly per la caratteristica suola molto alta. Da questo tipo di scarpa prenderà spunto anche il titolo del primo film che vide Brad Pitt nel ruolo di protagonista: Johnny Suede. Negli ultimi anni, lo scamosciato ha perso un po’ di appeal a favore di una svolta eco-sostenibile; ora si preferisce l’utilizzo di materiali simili ma non di origine animale. Un direzione auspicabile: per noi romantici  ci sono sempre i surplus vintage.

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