Carmelo Ezpeleta

Sbarca su Riders la storica rubrica di Marco Masetti, la penna più affilata della MotoGP. Questa settimana si parla del patron Ezpeleta

Articolo di Marco Masetti

Un giorno il mondo scoprì di avere un problema: in Cina qualcosa non stava funzionando. Un bel problema perché la Cina è il luogo dove tutto si produce e nel quale vivono milioni di persone che consumano, viaggiano e sognano di diventare più ricche.

«Arricchirsi è glorioso» disse Deng Xiaoping vent’anni fa, cambiando la storia del suo Paese e del mondo intero come forse nessun grande rivoluzionario era mai riuscito a fare. Strana la vita: Deng è ricordato come il piccolo timoniere, mentre il grande timoniere è Mao Zedong, quello del Grande balzo in avanti, una riforma dell’economia che causò una carestia a inizio anni Sessanta che fece letteralmente morire di fame milioni di cinesi.

Però da noi, nonostante la globalizzazione, si parlava di influenza cinese sottovalutando il problema. E non lo facevano casalinghe, pensionati e avventori di bar, ma primi ministri, sindaci di metropoli, leader politici. Insomma, quelli che dovrebbero capirne di più e prima di tutti ma che, a causa di perverse logiche legate a percentuali nei sondaggi o scelte politiche, hanno fatto come lo struzzo. Cioè testa sotto la sabbia e culo fuori, esposto ai predatori. E non si parla solo degli struzzi nostrani; il fenomeno è mondiale, purtroppo.

Carmelo Ezpeleta, l’uomo della MotoGP e della Superbike

Ma qualcuno sveglio c’è e, per fortuna, fa un lavoro che ci tocca da vicino. Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, è l’uomo che ha in pugno MotoGP e Superbike. Comanda con autorevolezza e piglio da grande timoniere un’azienda che ha spalle robuste fin dalla fondazione (1988 con il gruppo bancario Banesto) e che, dal lontano 1992, è nel motociclismo. Carmelo ha attraversato la storia, fatta di crisi economiche come la scomparsa degli sponsor tabaccai, che ha trasformato il nostro sport da qualcosa di affascinante ma un po’ maledetto, pericoloso e fumante, in uno spettacolo per il grande pubblico televisivo di tutto il mondo.

Carmelo Ezpeleta

Carmelo Ezpeleta con Jorge Lorenzo alla conferenza di addio del campione maiorchino

Lo spettro Covid-19

Quando lo spettro Covid-19 ha iniziato ad aggirarsi per l’Europa, Carmelo aveva altro per la testa. I nuovi contratti con le tv da firmare; gli ingegneri giapponesi contrapposti a quelli italiani in una gara a braccio di ferro basata sull’abilità di interpretare il regolamento tecnico; mettiamoci anche il modo migliore per gestire il tramonto agonistico di Valentino Rossi o l’incognita Finlandia che rientrava nel giro mondiale. Normale amministrazione per il grande timoniere.

I Mondiali iniziano ma le ombre si allungano rapide e inquietanti: la Superbike corre in Australia con il fiato sospeso perché il paddock è pieno di veneti e lombardi, gente che viene dalle regioni più colpite d’Europa. In Qatar corrono Moto2 e Moto3 perché piloti e team erano già a Doha per i test, ma il ritorno a casa somiglia all’ultimo volo da Stalingrado o da Saigon, se preferite.

Tutto si ferma, solo le dirette via Skype tengono vivo l’interesse del pubblico con lunghe chiacchierate con piloti e personaggi del paddock. Ma tutto è inesorabilmente lockdown.

Carmelo, un leader vero

Anche Carmelo è barricato a casa, a Madrid, ma non ha tempo per annoiarsi. Pensa alla ripresa, prendendo in considerazione ogni tipo di ipotesi. Dallo stop totale per quest’anno, a una metà stagione fatta a porte chiuse. Tutto e il contrario di tutto, ma non è un comportamento bipolare, il suo. È il modo di fare di un leader vero, di uno che sa gestire il rapporto con i suoi tanti dipendenti, con le case, i piloti, i fan, gli organizzatori locali, gli sponsor, le televisioni, i circuiti.

La sua forza è conoscere tutti, ascoltare ogni voce, pesarla con attenzione, incamerarla nel suo database personale e, alla fine, trovare la soluzione, la rotta per il futuro. Perché le moto d’epoca e la storia sono belle, ma con gli occhi rivolti al passato non si va avanti. E Carmelo, che non è certo un ragazzino, pensa davvero al futuro. Suo, della sua famiglia e delle tante famiglie che dipendono da lui. Ma ascolta anche il Fondo Internazionale di investimento che non ascolta frottole, ipotesi e cantonate spesso folkloristiche, tipiche di buona parte della classe politica. Altrimenti non sarebbe un fondo internazionale che fa girare miliardi.

Ecco perché alle prossime elezioni, se potessi, voterei per Carmelo Ezpeleta.

 

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